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Analyse - Rime Sparse (Italien)

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Par   •  6 Septembre 2016  •  Dissertation  •  604 Mots (3 Pages)  •  588 Vues

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Rime sparse | 190 - Francesco Petrarca

Il sonetto può essere della nozione miti e eroi. In effetti, si può trovare nel sonetto il concetto del mito della perfezione e il mito dell'amore.

Il poeta descrive in tutta la poesia che ha trovato una cerva bellissima e perfetta. “Una candida cerva” mostra che la cerva è biancha, il colore della purezza, ma anche innocente. Parlando di una candida cerva, il poeta ci fa capire non solo la sua purezza ma anche la sua perfezione. Difatti, nella mitologia greca, la cerva è il simbolo sacro di Artemide, la dea della caccia e delle iniziazioni femminili. Essendo sacra ad una dea, la cerva non può che essere pura e perfetta.

L’idea di sacralità si ripete quando il poeta dice che la cerva indossa un collare con un’iscrizione : “”Nessun mi tocchi,” al bel collo d’intorno / scritto avea di diamanti et di topazi. / “Libera farmi al mio Cesare parve” . La cerva non deve essere toccata perché se qualcuno la tocca, lei sarà inficiata. L’iscrizione è fatta di diamanti che dimostra ancora una volta che la cerva è sacra e bellissima.

L’inscrizione “nessun mi tocchi” può far riflettere sulla Bibbia quando Gesù dice a Maria “noli me tangere” ma anche quando Gesù dice “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Quando il poeta fa riferimento alla Bibbia è quello di farci capire che la cerva è sacra come il testo e come importante per lui come il suo dovere di amare Dio. L'iscrizione dicendo che la cerva apparteneva a Cesare può farci chiedere se il poeta in realtà significava che apparteneva a Cesare o se appartenesse a Dio.

Tutte le descrizioni della cerva può farci credere che il poeta sta parlando di una delle donne si è innamorato di, Laura. Il poeta ha deciso che sarebbe stato meglio parlare di una cerva, invece di lei come donna perché, in primo luogo era legato ad amare Dio e nessun altro come lui era un prete e in secondo luogo, Laura era una moglie virtuosa la cui reputazione potrebbe subire grandiosamente. Il fatto che lei era sposata può essere compreso quando il poeta parla dell’iscrizione scritta sul colletto che dice che apparteneva a Cesare, ma è consentito di vagare.

Comprendiamo che il poeta parla di Laura quando dice che la cerva ha "duo corna d'oro" perché Laura aveva due trecce d'oro (aveva i capelli biondi).

Petrarca ha visto Laura per la prima volta nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone e rimase lì dopo si è innamorato di lei. La seguiva ovunque andasse, durante le sue passeggiate nel parco e quando andava in chiesa. Nel sonetto segue la cerva fino a quando lei scompare : “ch’ i’ lasciai per seguirla ogni lavoro” il poeta si ferma tutto quello che sta facendo per poter vederla più lo scorcio ch’è stato permesso. Lui la segue fino a quando lei scompare Quand‘ io caddi ne l’acqua et ella sparve”. Il poeta che cade in acqua potrebbe significare che egli è caduto in tristezza piena di lacrime per la morte (la scomparsa) di Laura.

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