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La Fontana Maggiore di Perugia

Étude de cas : La Fontana Maggiore di Perugia. Recherche parmi 298 000+ dissertations

Par   •  2 Mars 2013  •  Étude de cas  •  616 Mots (3 Pages)  •  1 074 Vues

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La Fontana Maggiore di Perugia

Costruita tra il 1275 e il 1278 per portare l'acqua in città dal nuovo acquedotto di monte Pacciano, la fontana maggiore è un gioiello di scultura e il simbolo della Perugia medievale. I lavori dell'acquedotto e della fontana furono diretti da Frate Bevignate, che riuscì, laddove altri prima di lui avevano fallito, a risolvere brillantemente il problema dell'approvvigionamento idrico della città. Al disegno della fontana si dedicarono Nicola e Giovanni Pisano, i due grandi protagonisti della scultura italiana duecentesca. Nel 1260 Nicola de Apulia aveva firmato come Nicola Pisano il pulpito del Battistero di Pisa, un'opera di fondamentale importanza che inaugurò una nuova stagione dell'arte figurativa italiana con un decisivo superamento della tradizione romanica. Benchè non vi siano documenti di un'attività dell'artista nella sua terra d'origine, la maturità del linguaggio che utilizzò in Toscana presuppone un'assimilazione profonda e meditata del classicismo della civiltà federiciana dalla quale venne all'artista anche la conoscenza dei traguardi raggiunti dalla scultura gotica nella prima metà del XIII secolo. La modernità di Nicola Pisano appare con maggiore evidenza nel successivo pulpito che realizzò per il duomo di Siena tra il 1265 e 1268, in cui alla chiarezza narrativa del pulpito pisano si sostituisce una più commossa partecipazione emotiva e una drammatizzazione del fatto sacro, tratti intrinseci al naturalismo gotico. A fianco di Nicola lavorarono al pulpito di Siena il figlio Giovanni, Arnolfo di Cambio, Donato e Lapo. Nicola si era infatti costituito una florida bottega con la quale fu impegnato in opere di notevole importanza tra cui le più rilevanti sono l'arca di San Domenico per la chiesa dei domenicani di Bologna e la fontana maggiore di Perugia. Giovanni Pisano rimase a lungo a operare nell'ambito della bottega paterna, e non è facile identificare la sua mano nelle opere di collaborazione con il padre.

Nella fontana di Perugia si realizza una straordinaria unità di intenti tra le due personalità. I due artisti la vollero elevata su una gradinata circolare e formata da due vasche di pietra bianca e rosa, sormontate da una conca bronzea da cui si levano tre ninfe o virtù teologali. L'opera è un esempio di fontana medievale a bacini sovrapposti tra i più monumentali, per la sua collocazione al centro della piazza e per la ricchezza della decorazione plastica che si presenta come una summa enciclopedica della cultura dell'epoca. La vasca inferiore è formata da un poligono di venticinque lati e su ogni lato, separati da una colonnina, sono scolpiti due bassorilievi. Le cinquanta formelle raffigurano il calendario dei lavori agricoli, episodi biblici, storici e mitologici, oltre a due scene tratte dalle favole di Esopo, nonchè i simboli della città (il grifo), del partito guelfo (il leone) e dell'impero (l'aquila). Chiudono la rassegna le sette arti liberali e la filosofia. La conca superiore è un bacino poligonale di dodici lati, decorato con i personaggi, reali e immaginari, che hanno reso grande Perugia: dal mitico fondatore troiano Euliste a sant'Ercolano, il vescovo difensore della città contro i Goti. Nelle statuine possiamo riconoscere ancora personaggi dell'Antico e del Nuovo testamento e il ritratto del

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