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Mai 68 Et Les Mouvements Sociaux Des Années 70

Dissertation : Mai 68 Et Les Mouvements Sociaux Des Années 70. Recherche parmi 298 000+ dissertations

Par   •  24 Avril 2012  •  3 024 Mots (13 Pages)  •  1 742 Vues

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Hohenberg Rémi

Via San Felice 67

40122, Bologna

Remihohenberg@hotmail.fr

Il Sessantotto e i movimenti sociali degli anni ‘70

Introduzione:

Come indicano Flores e De Bernardi1, l’analisi storica deve prendere in considerazione la difficoltà di integrare un punto di vista obiettivo senza cadere nella trappola dell’interpretazione ideologica di un movimento che, in ragione della sua apparente brevità, fu ridotto, nel linguagio comune, alla semplice data del ‘68, oggetto di semplificazioni e riduzioni, fatte dai suoi protagonisti, osservatori contemporanei o posteriori, spesso riprese senza la distanza dello storico consapevole delle mutazioni sociali, economiche e politiche meno evidenti del lungo tempo anziché la pratica dell’analisi comparativa. Flores e De Bernardi invece hanno dedicato due sezioni del loro libro all’analisi del ‘68 secondo due prospettive spaziale e temporale globali nelle quali i movimenti del ‘68 si svilupparono, cioè considerando nella prima parte come elemento essenziale la simultaneità delle sue manifestazioni nel mondo intero affinché si possano mettere in luce le caratteristiche originali o comuni e dunque proprie di un ‘68 in contesti nazionali molto diversi. La seconda parte invece è un’ analisi del caso italiano su un periodo originale di piu di 15 anni, partendo dalla fine degli anni 50 con data di riferimento il 58 fino alla metà degli anni 70 (1973), per percepire il 68 non solo nella sua fase di espressione più evidente ed espressiva, ma per analizzare le sue origini, guardando le mutazioni profonde della società italiana degli anni 60, portatrice di una crisi complessa, comune a tanti altri contesti nazionali, che preparò l’emergere di una protesta solo in apparenza spontanea e breve. E’ grazie alla giustapposizione di differenti contesti e con l’aiuto dell’analisi dettagliata del caso italiano che i due autori si propongono di restituire un’ analisi completa del ’68 come evento internazionale e nazionale.

Lo storico deve considerare allo stesso momento gli eventi storici nei significanti, nella loro apparizione cronologica propria alla storia degli eventi, nei significati che gli furono dati dai suoi protagonisti e osservatori più eterogenei e aggiungere a tutto questo l’analisi storica, provando ad interpretare e spiegare questi significanti e significati come segni di processi strutturali e culturali che ne sono stati le condizioni necessarie. Molti storici si accontentano di considerare i due primi aspetti di un oggetto di studio dando meno importanza al lavoro storico e dunque da un lato veicolano una

1 Flores, Marcello. De Benardi, Alberto, Il Sessantotto, Bologna, 1998.

storia degli eventi senza dare nessuna interpretazione storica, dall’altro cadono nella ritrasmissione di un’ interpretazione parziale e ideologica già fatta da persone il cui interesse era sia di manipolare la storia ai quali mancavano gli strumenti scientifici oppure la distanza temporale o emotiva necessaria ai fini dell’ obbiettività dello storico. Correlare il ‘68 italiano ad un contesto più globale permette di ottenere questa distanza e anche di rompere alcuni elementi della mistificazione nazionale di un evento. Condivideremo la nostra riflessione in modo diverso: dedicando la prima parte al ’68, come fu presentato nel libro di Flores e Di Bernardi, e la seconda ai “nuovi” movimenti sociali degli anni '70, concentrandoci sui movimenti ambientalisti e riferendoci ai contesti soprattutto dell’Italia, della Repubblica Federale Tedesca e della Francia.

I Il Sessantotto

Come indica il saggio centrale2 a questo lavoro, studiare i movimenti sociali ulteriori al ‘68 permette di metterne in luce 3 caratteristiche:

1°) La sua dimensione planetaria

2°) La centralità politica del’ anti-autoritarismo

3°) Il carattere di rivolta morale di una generazione contro gli orrori dell’imperialismo

Il ’68 permittò ovviamente un processo di democratizzazione della società occidentale, gli autori mostrano bene che non hanno pero lo scopo di fare un apologia del’ evento considerandone anche gli aspetti negativi come il terrorismo, che caratterizzò la storia della Repubblica Federale Tedesca e dell’ Italia, come “conseguenza della difficoltà del sistema politico di produrre la necessaria coesione sociale per isolare questa radicalizzazione della pratica politica”3. Ci fa bene capire che l’interesse dell’impresa storica non è pero attribuire qualsiasi responsibilità al 68’ cui polemiche sono multiple come lo sapiamo pero di capire come avenne e perché si manifesto in quel modo4.

Interessante è il rimarcare il fatto che il mercato, molto più flessibile, integrava più facilmente i mutamenti della società postbellica, cercando sempre più di “sfruttare il dato culturale e materiale che accompagnò il baby boom” 5. Questa generazione del baby boom fu la protagonista del ’68. Tuttavia essa portò nelle democrazie occidentali una critica di questa società di massa e di consumo nel quale era cresciuta e paradossalmente della quale approfittava allo stesso tempo per i suoi aspetti positivi al contrario pero di molti giovanni delle dittature sovietiche del blocco del Est che dunque esprimevano diverse rivendicazioni benche riferendosi anche a valori comuni come l’antiautoritarismo. In questa società occidentale post-industriale o post-fordista tendono a scomparire le classi sociali classiche per il guadagno di una terziarizzazione del mondo del lavoro e per conseguenza di una atomizzazione della società. Però altri fattori permisero di ritrovare movimenti sociali di massa creando sentimenti di solidarietà nonostante la complessificazione della società: sono ormai fattori meno economici che culturali che mobilitarono la gente, come l’universo giovanile di tipo metropolitano, che riunì individui indipendentemente della loro collocazione sociale.

2 Flores, Marcello. De Benardi, Alberto, Il Sessantotto, Bologna, 1998.

3 Idem, p.253.

4 Idem, p.243.

5 Idem, p.93.

Le due principali ragioni di questo fenomeno sono secondo De Bernardi e Flores6: la prima il baby boom e la seconda il rinascimento

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