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Qu'est-ce que le multiculturalisme? (document en italien)

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Par   •  7 Avril 2015  •  Analyse sectorielle  •  1 910 Mots (8 Pages)  •  798 Vues

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. Cos’è il multiculturalismo?

) società pluralistica (è) intesa come contesto di incontro e interazione continuata tra individui appartenenti a tradizioni culturali distinte ”.

Oggi la maggior parte dei Paesi è caratterizzata da diversità culturale: sono davvero pochi gli Stati nel mondo in cui si può dire che i cittadini condividano la stessa lingua, religione, cultura; e l’Italia non fa eccezione.

Nell’America del Nord ed in Europa il dibattito sul multiculturalismo scaturisce da matrici in parte diverse. Nel primo caso infatti tutto inizia dalla lotta per i diritti civili degli afroamericani (anni ’60) e da quelle per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza differenziati per le minoranze etnico-culturali del Canada, poi coinvolgerà molti altri ambiti: donne, omosessuali, disabili, gruppi etnici, religiosi, culturali: insomma le minoranze svantaggiate di ogni tipo.

Nel secondo caso (Europa) invece, il discorso sul multiculturalismo si sviluppa soprattutto come corollario delle conseguenze prodotte dai flussi migratori, dalle ex colonie prima, poi dai Paesi più poveri. L’immigrazione verso l’Europa dei poveri del mondo è considerata la causa sia dei crescenti problemi sociali, sia della crescente diversità culturale, con i relativi problemi di convivenza che questa comporta. Ma un dato ormai caratterizza anche i Paesi dell’Unione: siamo società multiculturali

: cosa significa vivere in una società multiculturale?

Questa domanda apre interpretazioni diverse, paradossalmente inconciliabili, poichè tutte tese a realizzare l’eguaglianza: vivere insieme da eguali, quindi, ma come? Seguendo quali percorsi teorici e attraverso quali strumenti pratici? Ossia: diritti individuali o collettivi, stato neutro o interventista?

Integrazione versus Assimilazione

Ma cosa significa integrarsi ?

L’integrazione degli immigrati è però un processo che va in due direzioni: richiede agli immigrati di adeguarsi alla società d’accoglienza così come richiede lo stesso alla comunità che accoglie.

Nel caso francese escludere la differenza ha significato nei fatti la possibilità di integrazione solo per coloro che volevano, o potevano, assimilarsi alla cultura francese rinunciando alla propria cultura originaria. Risultato: la maggioranza degli africani d’origine, anche nati in Francia, ha standard di vita inferiori a quelli della popolazione autoctona e questo ha rafforzato l’esclusione sociale e la ghettizzazione.

Non diversamente in Gran Bretagna l’attenzione per la diversità si è tradotta in una tendenza alla formazione di società parallele.

Appare scarsa la preoccupazione di una reale integrazione degli stranieri nella comunità autoctona. Sorge il legittimo sospetto che tale apertura, come in epoca coloniale, sia finalizzata più all’esigenza di controllo sociale che ad una migliore comunicabilità tra le diverse appartenenze e un effettivo miglioramento delle condizioni di vita dei nuovi cittadini.

In questo senso entrambi i modelli promuovono una integrazione monca, che integrazione non è poiché presuppone come unica via quella di assimilarsi alla cultura dominante, pena: l’emarginazione dalla società più ampia .

Manca in entrambi i modelli quello scambio-interazione tra le diverse componenti sociali che dovrebbe essere il presupposto di una reale integrazione: partecipazione alla vita economica, culturale, istituzionale in condizioni di parità.

In questo senso va la nozione di integrazione proposto dalla Comunità Europea e intesa come “processo che impedisce e controbilancia la marginalizzazione sociale degli immigrati” .

La Commissione Europea ha inoltre ribadito che “la partecipazione alla vita economica è un requisito fondamentale per l’integrazione ” Come dire: esiste una connessione tra integrazione economico-sociale e valorizzazione dell’identità originaria: tale valorizzazione difficilmente può realizzarsi in condizioni di esclusione e di povertà, che è la condizione della maggior parte della popolazione immigrata.

Considerando che il miglioramento delle condizioni di vita è una premessa indispensabile anche per lo sviluppo e la realizzazione della personalità umana, l’integrazione intesa come accesso all’istruzione, a lavori regolari, ai diritti sociali, a garanzia di una migliore qualità della vita, appare un’interpretazione imprescindibile per una partecipazione vera alla società più ampia.

Multiculturalismo e Islam

Ma cosa significa multiculturalismo quando parliamo di islam?

Qui il problema si complica (anche) per la percezione generale e reciproca, ma anche superficiale, che abbiamo gli uni degli altri, specie dopo l’11 settembre.

I media non aiutano a fare chiarezza.

Infatti un ruolo importante gioca la percezione mediatica dell’islam, che spesso e volentieri diffonde un’immagine tutta in negativo, più influenzata da vicende esterne concernenti il mondo islamico (il fondamentalismo, o la situazione di alcuni paesi, come l’Algeria, il Sudan, l’Afghanistan - le imprese di Bin Laden- l’Iraq: i morti, gli ostaggi…) che da reale conoscenza delle sue dinamiche interne.

Ne deriva un’immagine stereotipata dell’incomunicabilità con l’altro che tende a veicolare timore producendo distacco. Possiamo partire così se l’obbiettivo è conoscerci per capirci meglio?

Globalmente i musulmani chiedono di ottenere uno statuto che li metta sullo stesso piano delle altre religioni: L’Islamè caratterizzato da una forte frammentazione interna e la pretesa, di ogni interlocutore, di rappresentare la comunità islamica nel suo insieme. La divisione interna al campo musulmano sembra insomma essere l’ostacolo maggiore per concludere “qui e ora” un’intesa: Da una parte dunque il variegato mondo dell’associazionismo islamico, con tutte le sue connessioni, e dall’altra l’esigenza degli stati Europei di avere un interlocutore con cui trattare: la questione non è semplice.

l’isla non accetta in maniera netta la distinzione tra temporale e spirituale (stato/religione) così come la conosciamo e la recepiamo in occidente. In generale il religioso acquista una rilevanza sociale molto più ampia e visibile di quanto non accada in Europa . le norme traggono la propria forza dalla parola di Dio, rivelata nel Corano.

resta la preoccupazione, legittima, di trovare punti di confronto/incontro tra principi del diritti musulmano e del diritto europeo in ambiti quali i

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