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Voltaire (en Italien)

Note de Recherches : Voltaire (en Italien). Recherche parmi 298 000+ dissertations

Par   •  18 Mars 2012  •  2 347 Mots (10 Pages)  •  1 118 Vues

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Voltaire

(FR)

« Si c'est ici le meilleur des mondes possibles, que sont donc les autres? » (IT)

« Se questo è il migliore dei mondi possibili, gli altri, come sono? »

(Voltaire, Candido o l'ottimismo, 1759)

François-Marie Arouet più noto con lo pseudonimo di Voltaire (Parigi, 1694 – Parigi, 1778) è stato un filosofo,drammaturgo, storico, poeta e scrittore francese. Il nome di Voltaire è indissolubilmente legato al movimento culturale dell'Illuminismo. François-Marie Arouet nasce a Parigi in una famiglia appartenente alla ricca borghesia. Come lo stesso pensatore sostenne a più riprese, la data di nascita riferitaci dai registri di battesimo potrebbe essere falsa. I suoi studi li compie presso il rinomato collegio gesuita di Louis-le-Grand; in questo periodo il giovane Voltaire dimostra una spiccata inclinazione per gli studi umanistici, soprattutto retorica e filosofia. Seppur molto critico nei confronti dei gesuiti, Voltaire maturerà una grande ammirazione nei confronti dei suoi insegnanti. Lascia il collegio e s'iscrive, per volere paterno, alla scuola superiore di diritto. In questi anni s'inasprisce il rapporto con il padre, il quale mal sopporta la sua vocazione poetica ed i continui rapporti con i circoli filosofici libertini. Indicativo di ciò, il fatto che Voltaire si vantava (a torto o a ragione) di essere un figlio illegittimo. desiderava sottrarsi alla pesante influenza del genitore, e cominciò a scrivere articoli e versi duri e caustici verso le autorità costituite. I suoi scritti molto polemici trovarono immediato successo nei salotti nobiliari; ciò gli costò l'esilio a Tulle e Sully-sur-Loire; alcuni versi contro il reggente di Francia Filippo d'Orléans gli causarono l'arresto e la reclusione alla Bastiglia, poi un altro periodo di confino a Chatenay. Dopo un breve periodo in esilio fuori Parigi, Voltaire, sotto minaccia di un nuovo arresto, si vide costretto ad emigrare in Inghilterra. Lì, grazie alla conoscenza di uomini di cultura liberale, scrittori e filosofi maturò idee illuministe contrarie all'assolutismo feudale della Francia. Durante l'esilio in Inghilterra assunse lo pseudonimo di "Voltaire". L'origine del nome è incerta e fonte di dibattito:

1. "Voltaire" potrebbe essere l'anagramma del cognome in scrittura capitale latina: da AROUET L(e) J(eune) a AROVET L. I. o AROVETLI, da cui VOLTAIRE.

2. Un'altra teoria ricorre al luogo d'origine della famiglia Arouet: la cittadina di Airvault, il cui anagramma potrebbe rendere lo pseudonimo.

Periodo di viaggi. Nello stesso periodo cominciò la più feconda fase della produzione voltairiana, che univa l'Illuminismo e la fiducia nel progresso col pessimismo dovuto alle vicende personali e storiche (prima fra tutto il disastroso terremoto di Lisbona del 1755, che minò la fiducia di molti philosophes nell'ottimismo acritico). Voltaire dedica al sisma tre opere: il Poema sul disastro di Lisbona, il Poema sulla legge naturale e alcuni capitoli del Candido. Ormai ricco e famoso, divenne un punto di riferimento per tutta l'Europa illuminista. Entrò in polemica coi cattolici per la parodia di Giovanna d'Arco in La Pulzella d'Orléans, ed espresse le sue posizioni in Candido ovvero l'ottimismo (1759), in cui polemizzò con l'ottimismo di Gottfried Leibniz. Il romanzo rimane l'espressione letteraria più riuscita del suo pensiero, contrario ad ogni provvidenzialismo o fatalismo. Da qui iniziò un'accanita polemica contro la superstizione ed il fanatismo a favore di una maggiore tolleranza e giustizia, pubblicando molti pamphlet contro gli avversari.

Voltaire e il cattolicesimo

« Tout homme sensé, tout homme de bien, doit avoir la secte chrétienne en horreur. »

« Ogni uomo sensato, ogni uomo dabbene, deve avere orrore per la setta cristiana »

(Voltaire, Examen important de Mylord Bolingbroke, ou le Tombeau du Fanatisme, 1736) Nonostante l'ostinato rifiuto, sino alla morte, della religione cattolica e della Chiesa (Voltaire era un deista ), in base ad alcuni documenti viene sostenuta la tesi che il filosofo si sia convertito in extremis alla fede cristiana (non si è sicuri della veridicità dell’assunto, ma potrebbe averlo fatto olo per evitare la sepoltura in una fossa comune). Voltaire morì all'età di 84 anni. Nel 1821 rischiò la riesumazione perché erano molti coloro che ritenevano intollerabile la sua presenza all'interno di una chiesa. Tuttavia re Luigi XVIII non la ritenne necessaria perché "... il est bien assez puni d'avoir à entendre la messe tous les jours." (cioè "è già punito abbastanza per il fatto di dover ascoltare la Messa tutte le mattine"). La tomba è vicina a quella dell'altro grande filosofo illuminista, Jean-Jacques Rousseau, rivale di Voltaire.

Pensiero Politico. Voltaire non credeva che la Francia (e in generale ogni nazione) fosse pronta ad una vera democrazia: perciò, non avendo fiducia nel popolo non sostenne mai idee repubblicane. Per Voltaire l'eguaglianza formale è una condizione di natura, l'uomo è schiavo a causa delle guerre e dell'ingiustizia; l'eguaglianza sostanziale non c'è perché ognuno svolga la sua funzione

La religione naturale e l'anticlericalismo

« Ogni volta che guardo il cielo stellato, non posso non pensare che, se esiste un così perfetto orologio, esista un orologiaio » (Voltaire)

Il problema che Voltaire principalmente si pone è l'esistenza di Dio; il filosofo non la nega, come alcuni altri Illuministi che si dichiaravano atei (Diderot, D'Holbach e altri) perché non trovavano prova dell'esistenza di un Essere Supremo, ma nemmeno assume una posizione agnostica. Egli vede la prova dell'esistenza di Dio nell'ordine superiore dell'universo, infatti così come ogni opera dimostra un artefice, Dio esiste come autore del mondo e, se si vuole dare una causa all'esistenza degli esseri, si deve ammettere che sussiste un essere creatore. La sua posizione fu pertanto deista. secondo le sue convinzioni l'uomo nello stato di natura era felice, avendo istinto e ragione, ma la civiltà ha contribuito all'infelicità: occorre quindi accettare il mondo cosi com'è, e migliorarlo per quanto è possibile. Obiettivo principale di Voltaire e di tutto il suo pensiero, o, se si vuole, la missione della sua vita, è l'annientamento

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