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Guerre D'indépendance Italienne (document en italien)

Mémoire : Guerre D'indépendance Italienne (document en italien). Recherche parmi 297 000+ dissertations

Par   •  5 Janvier 2013  •  1 758 Mots (8 Pages)  •  937 Vues

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Introduzione

L’800 fu un periodo molto importante, specialmente per l’Italia che finalmente si unificò politicamente, ma non senza difficoltà. Questo periodo prese il nome di Risorgimento, perché l’obbiettivo degli italiani che combattevano era proprio quello di far “risorgere” la loro nazione, liberandola dalle dinastie straniere.

Le Guerre di indipendenza italiane furono tre conflitti che ebbero come esito l'unificazione dell'Italia. Cercherò dunque di riassumere ogni guerra e di mettere in evidenza gli avvenimenti piu importanti, le forze in presenza, le ragioni degli insuccessi di queste guerre.

Comincerò dunque con la prima guerra d’indipendenza, poi insuiguirò con la seconda e finirò con la presentazione della terza.

I- Prima guerra d'indipendenza

Al inizio dell’anno 1848 la questione nazionale è rimessa al centro del dibattito.Ci sono tre momenti iniziali che mostrano bene questa idea. Il 12 gennaio 1848 a Palermo ci fu una prima protesta con independisti e separisti, anche a Venezia il 17 Marzo esplose una manifestazione popolare, c’è uno scontro con i ufficiali autriaci del porto. Il capo di questo movimento era un avvocato Daniele Manin.Il 23 marzo sempre a Venezia, un governo provisorio presiduto da Manin proclamo il varo della costituzione Veneta. Il terzo episodio si svolge a Milano dove, il 18 Marzo ci fu un insurrezione violenta; Le “cinque giornate di Milano” con l’occupazione del palazzo del governo per cinque giorni.Il capo di questa insurrezione era Carlo Cattaneo chi diresse la borhesia e gli operai di Milano contro i austriaci.

Nel Piemonte un passo importante è stato lo “Statuto Albertino”, di cui alcune leggi sono ancora in vigore, concesso dal re del regno di Sardegna, Carlo Alberto, al popolo che gli aveva chiesto una costituzione nel gennaio 1848. dopo questo episodio seguì la Prima guerra d’indipendenza: Carlo Alberto, in aiuto di Milano che si stava ribellando seguendo l’esempio di Venezia, dichiarò guerra all’Austria. All’iniziativa di Carlo Alberto aderirono anche Pio IX, Ferdinando II, re delle Due Sicilie, e il granduca di Toscana, Leopoldo II. Inizialmente la guerra fu favorevole alle truppe guidate da Carlo Alberto di Savoia ma l'iniziale successo preoccupò gli altri Stati italiani, la maggior parte dei quali ritirò il proprio appoggio all'impresa, lasciando il solo regno di Sardegna a combattere contro l'Austria.Ci furono due vittorie: una a Pastrengo e l’altra a Goito, che per una serie di errori strategici, non venne sfruttata e che permise agli austriaci di riorganizzarsi prima di lanciare una pesante controffensiva che ebbe come risultato una sconfitta, per i piemontesi, a Custoza, vicino Verona. Carlo Alberto riprese la guerra un anno dopo, ma il disastro fu immediato. L’esercito piemontese subì una tremenda sconfitta a Novara il 23 marzo 1849, e la sera stessa Carlo Alberto abdicò e andò in esilio Portogallo, lasciando il trono al figlio Vittorio Emanuele II.

Per riassumere possiamo dire che questa prima guerra fu uno fallimento,le uniche vere forze in presenza erano Carlo Alberto e il suo esercito e forse anche alcuni gruppi di volontari,quindi erano limitati rispetto alla forza degli austriaci e di Radetzky (feldmaresciallo austriaco). Per gli altri c’era un dubbio troppo forte, di piu non c’era un ideale di guerra con un idea nazionale; il popolo minuto,le masse contadine per esempio non erano nelle bataglie locali. E dunque in tutta Italia si ritornò alla situazione politica precedente. Le libertà costituzionali vennero soppresse, tranne che in Piemonte, dove lo Statuto Albertino restò in vigore. Il dominio straniero tornò a gravare su buona parte della popolazione italiana .Ma tuttavia si puo dire che il Quarantotto portò ad una definitiva affermazione della causa unitaria e indipendentista, formò una coscienza nazionale e creò tutte le premesse per la continuazione in Italia della lotta risorgimentale.

II- Seconda guerra d’indipendenza

Nel 1858 Camillo Benso conte di Cavour primo ministro del regno di Sardegna firma un accordo di mutua assistenza in caso di guerra con Napoleone III, detti i famosi patti di Plombieres. Il 26 aprile 1859 grazie a una serie di stratagemmi il Regno di Sardegna riesce a farsi dichiarare guerra dall'Austria attuando delle manovre militari lungo il fiume Ticino. La seconda guerra d'indipendenza italiana vede schierati da un lato la Francia e il regno di Sardegna e dall'altro l'Austria. Gli eserciti franco-piemontesi, guidati da Napoleone III, sconfiggono gli Austriaci nelle battaglie di Magenta, Solferino e San Martino.

Successivamente però, Napoleone III abbandonò la guerra, temendo che il Piemonte si rafforzasse troppo, e cominciò ad avviare trattative con l'Austria, con la quale firmò l'armistizio il 20 luglio 1859, a Villafranca. L'anno successivo anche il Piemonte firmò la pace con l'Austria. La Francia acquisiva così la Savoia e Nizza, al Piemonte si annettevano la Lombardia, l'Emilia, e il Granducato di Toscana. Venezia rimane sotto il dominio austriaco e lo Stato Pontificio sotto il governo del Papa e il Regno delle due Sicilie sotto la monarchia assoluta dei Borbone. Intanto nel 1859 era morto Ferdinando II, re di Napoli, ed era salito al trono il figlio Francesco II. Il Piemonte mirava ai territori del meridione, ma voleva evitare di dichiarare una guerra che sarebbe stata un'aggressione ingiustificata; così incoraggiò segretamente un gruppo di volontari guidato da Giuseppe Garibaldi.

Il 5 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi salpa da Quarto, vicino a Genova con i suoi uomini e dà l'avvio alla famosa Spedizione dei Mille. Il nizzardo, con l'appoggio di Vittorio Emanuele II, avanzò verso il Sud rapidamente. Nel frattempo l'esercito sardo batteva quello pontificio nella Battaglia di Castelfidardo,

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